presenta:

FABIAN STANKOWICZ in:

UN UNIVERSO DI PERICOLO
Di FABIO VOLINO

 

New York, casa di cura Rainbow.

"È la fine del mondo! Vi giuro che sta per arrivare!".
"Va bene, Rorschach, ti crediamo" lo calma un infermiere "Ma ora vieni alla seduta comune, ci sono anche i tuoi amici Doc e Adrian".
Fabian Stankowicz osserva il paziente che viene condotto via e, con amarezza e sollievo allo stesso tempo, pensa che avrebbe potuto divenire come lui.
C' era un tempo in cui Fabian pensava di essere invincibile, di poter conquistare il mondo: aveva vinto il primo, imponente premio di una lotteria e lo aveva sfruttato dedicandosi in toto alla sua più grande passione, l' ingegneria. Metteva il cuore in ciò che faceva, per dimenticare le ingiustizie che la vita gli aveva dato: la morte di sua madre ed un padre buono a nulla che non sapeva far altro che criticarlo.
L' ingegneria era la valvola di sfogo di Fabian (anche la droga, in realtà, ma preferisce non ricordarlo), ma non bastava: voleva la fama, voleva confrontarsi con qualche essere potente per dimostrare la sua presunta superiorità, per poter dire a suo padre:"Ecco, chi è l' incapace ora?". Il gruppo dei Vendicatori divenne il suo obiettivo: tre robot diversi, alias assurdi (quale follia lo aveva portato a concepire il nome Predone di Ferro?), tre sconfitte, più che altro al suo ego. Persino i giudici che si occuparono del suo caso, pur mostrando comprensione, sembravano ridere di lui. In effetti reati gravi Fabian non ne aveva mai commessi e riuscì sempre a cavarsela.
Finché un giorno si ritrovò dall' altra parte della barricata, accanto a quegli eroi contro cui aveva combattuto: fu Capitan America a dargli questa possibilità e lui la colse al volo, sfruttandola al meglio. Finalmente Fabian era in pace con sé stesso, nessuno avrebbe più potuto bollarlo come incapace.
Poi la tragedia, chiamata Onslaught: nove componenti dei Vendicatori, gli eroi che Fabian aveva preso a modello della sua vita, si sacrificarono apparentemente per fermare quell' immane minaccia. Ed il mondo ideale di Fabian svanì in un lampo: i restanti membri del gruppo non riuscirono a riformare un nuovo gruppo dalle ceneri del precedente e, formalmente, i Vendicatori si sciolsero. Ma Fabian non intendeva assistere imponente a tutto ciò, voleva reagire.
Solo che lo fece nel modo sbagliato: ricadde nella spirale della droga e quella sua antica e mai sopita passione, l' ingegneria, si trasformò in follia. Rubò alcuni componenti di Sentinelle in una discarica e li riprogettò ad immagine e somiglianza dei Vendicatori. Era nato il Protettorato, che avrebbe difeso il mondo come un tempo avevano fatto gli Eroi più potenti della Terra.
Solo che costoro... non erano mai morti! Erano infatti stati catapultati in una dimensione alternativa, dove erano rimasti alcuni mesi. E quando Fabian attivò il Protettorato, gli eroi erano già ritornati, ma lui imperterrito continuò: non voleva che il suo mondo ideale scomparisse di nuovo. Fu Jarvis, il fedele servitore, a fargli comprendere il suo errore ed a convincerlo a farsi ricoverare. E Fabian gliene sarà sempre grato*.

* Per una cronistoria fumettistica di Fabian Stankowicz V. Capitan America & I Vendicatori 7-10-24-77 e Marvel Crossover 28

Grazie al fatto che il Protettorato non aveva causato vittime e all' intervento di Capitan America in suo favore, Fabian non fu condannato: venne sottoposto, invece, ad una intensa riabilitazione, in attesa del giorno in cui sarebbe tornato nella società. Quel giorno è arrivato.

"Su, Fabian, ti attendono" lo esorta una infermiera, Juliana, la più bella di questo istituto.
"Scusi se la interrompo, signorina" si fa avanti un uomo in tuta da lavoro "Ma volevo informarla che nella sala B è appena stato montato l' impianto antincendio".
"Molto bene" dice Juliana "Forse i due Firebrand la smetteranno ora di appiccare il fuoco durante le sedute e ci consentiranno di curarli dalla loro mania. Andiamo, Fabian".
Mentre si recano nella parte più elegante della casa di cura, i due passano davanti ad una porta da cui sentono provenire urla spaventose ed agghiaccianti:"Basta... Per favore! TUTTOQUESTOPOTERENONPOSSOOO!".
"Santo cielo, chi c'è là dentro?".
"Uno dei nostri casi più disperati" risponde Juliana "Maxwell Dillon: un incidente ignoto gli ha procurato ustioni di terzo grado lungo tutto il corpo, solo lui sa come ha fatto a guarirne. Ma se le ferite esterne sono scomparse, quelle interne permangono e così è stato trasferito qui dal New York General Hospital, ma finora con lui non si è ottenuto alcun risultato. Delira continuamente e rifiuta ogni contatto fisico: non desidera in alcun modo essere aiutato. E precipita ogni giorno, sempre più, in una spirale di follia. Ma lasciamo da parte questi cupi pensieri e andiamo, non perdiamo altro tempo".
Mentre se ne vanno, le urla del paziente ancora ben udibili, Fabian si felicita ancor di più della sua attuale condizione, della sua capacità e voglia di lottare che lo ha portato fino a questo punto. Poi pensa:"Maxwell Dillon, ho già sentito questo nome. Ma dove?".

Camera di Maxwell Dillon.

"No, vi prego" mormora nel delirio l' uomo "Non riesco più a sopportare il dolore! Fatelo smettere!".
"Rappresenti una profonda vergogna per me, figliolo".
Una voce familiare, anche se non la sente più da diverso tempo:"P... Papà?". Sì, è lì davanti a lui, ma come è possibile?
"E' per questo motivo che ho abbandonato te e tua madre: vi siete sempre dimostrati esseri deboli, inutili, insieme a voi non avrei mai combinato nulla di buono nella mia vita. E i fatti mi hanno dato ragione: guarda come ti sei ridotto, Maxwell, non sei più nemmeno capace di alzarti da quel letto. Inspiri in me una grande delusione".
Poi, improvvisamente come era apparso, il padre di Dillon svanisce, ma un' altra persona nota all' uomo prende il suo posto:"Norma!". La sua ex moglie: un matrimonio durato solo pochi mesi, durante i quali la donna non fece altro che lamentarsi. E non ha perso tale vizio col tempo.
"Capisci ora perchè ti ho lasciato, Max? Perché sei un perdente, incapace di puntare in alto. Ma guardati, tutto quello che hai saputo fare è diventare un guardafili. Non hai mai potuto, o voluto, sfruttare a pieno le tue potenzialità, ti sei sempre inginocchiato davanti a chi ti dava un ordine o voleva guidare la tua vita. Non sei niente e la tua situazione attuale ne è la dimostrazione". E i contorni della donna lentamente si fanno più sfocati.
"No, Norma" implora Dillon "Non lasciarmi solo... un' altra volta".

Sala colloqui.

"Buongiorno, Mr. Stankowicz. Mi chiamo Frank Whaley e accanto a me può vedere altri quattro miei colleghi che esamineranno la sua situazione. È pronto per cominciare?".
"Sì" risponde deciso Fabian. Di fianco a lui vi è una porta con una piccola finestrella, da cui Juliana gli fa un cenno di incoraggiamento.
"Molto bene" riprende Whaley "Voglio porle subito una domanda diretta: qual è il suo giudizio sugli atti che l' hanno portata qui?".
"Ho fatto cose che non dovevo compiere, ho commesso gravi errori ed ho allarmato l' intera popolazione di New York per un mio capriccio: era giusto che pagassi".
"Ed ora?".
"Ora sono certo di aver riparato il mio danno verso la società, di essere guarito dalle mie 'pulsioni', se così si possono definire. Perciò mi sento pronto a rientrare nel mondo civile".
"E cosa farà se ciò dovesse accadere?".
"Per prima cosa cercherei un lavoro, poi condurrei una vita che sia la più semplice e tranquilla possibile, senza follie o progetti sballati".
"Niente robot?".
"Niente robot!".
"E come possiamo essere certi che lei si comporterà in questo modo, Mr. Stankowicz?".
"La mia voglia di collaborare, le mie numerose sedute psichiatriche, il mio desiderio di tornare nella società sono i miei migliori biglietti da visita e potete constatarli con i vostri stessi occhi".
Il colloquio procede per un' altra mezz' ora, finchè Whaley congeda Fabian. Costui ringrazia e saluta tutti, poi esce senza mostrare alcuna esitazione: ma dentro di sé il suo cuore batte a mille. Una volta richiusa la porta dietro di sé, una sorridente Juliana lo accoglie:"Ti sei comportato magnificamente".
"Ma se non hai udito nulla" ribatte Fabian.
"Non serve sentire per capire certe cose".
E dopo alcuni minuti le speranze di Fabian Stankowicz diventano realtà: è di nuovo un libero cittadino!

Camera di Maxwell Dillon.

Per un tempo indefinito vi è il buio più assoluto, poi arriva un' altra persona, per cui l' uomo prova un rapporto di amore/odio fin da quando era un giovane di belle speranze:"Mamma".
"Maxwell, figlio mio" afferma la donna "Ho sempre voluto il meglio per te. Hai visto cosa ti è successo per non aver ascoltato i miei consigli? Volevi puntare in alto, fare lo scienziato, andartene via da me. Ma eri l' unica persona cara che mi era rimasta, non potevo permettere che tu fuggissi. Ed avevo ragione: hai visto cosa ti è successo dopo la mia scomparsa? Forse non riuscirai più ad alzarti da quel letto, forse la tua vita è già finita. E tutto questo perchè non mi hai dato ascolto e hai perseguito le tue vane aspirazioni".
Il volto di Dillon si accende di rabbia:"No, mamma,ti sbagli. Se sono arrivato a questo punto è colpa tua e del tuo assurdo protezionismo, colpa anche di papà e Norma e del loro menefreghismo nei miei confronti: ormai non posso più tornare indietro". Mentre l' uomo pronuncia queste parole, i suoi piedi, dopo svariato tempo, toccano nuovamente terra, quasi perde l' equilibrio. "Sono però anche diventato una persona diversa, diversa da come voi tre volevate che fossi e ciò è avvenuto per mia spontanea volontà, è stata una mia scelta e non potete contestarmela! Non sono un fallito!". Dillon muove i primi, incerti passi. "Ed è questo ciò che mi dà più gioia, essere alla fine riuscito ad affrancarmi da voi, poter dire per la prima volta da molto tempo:'Io esisto', sì". Dillon si ferma davanti ad una presa dell' elettricità: a dispetto delle più comuni precauzioni, essa è allentata e lui la strappa via con forza. "Sì, è questo ciò che sono ora: Electro, signore dell' elettricità. E nessuno me lo potrà impedire!".
"Max, ho bisogno di te! Harris è nei guai e tu sei il miglior guardafili che abbia".
"Scordatelo! Non rischio la pelle per nessuno, a meno che non mi si offrano soldi".
E poi il fulmine che lo colpisce in pieno e, contro ogni legge naturale:"Sono ancora vivo e mi sento meglio... più forte che mai".
Una vita di privazioni e sofferenze stava finalmente per trovare pieno sfogo, ma qualcuno non era d' accordo:"Davvero pensavi di potermi fermare, Devil? Io ho combattuto contro l' Uomo Ragno! Non vali neppure il mio tempo!".
Poi l' umiliazione più profonda:"Voglio dire a tutto il mondo... quanto sia meraviglioso l' Uomo Ragno! Quello che ha fatto per me!".

Ma no, non doveva, non deve finire così. Ed è tornato, pronto nuovamente a riaffermarsi, pronto a dire a chi l' ha deriso:"Osservate il vostro errore".
"Sì, sono Electro e guai a chi si mette sulla mia strada!". Dillon allunga la sua mano verso i cavi ed il suo corpo inizia ad essere percosso da numerose scosse. E questo gli piace, gli piace immensamente.

Poco distante.

"Allora, Fabian, sei sicuro di aver preso tutto?" chiede Juliana.
"Credo di sì. Ti ringrazio ancora per la pazienza che hai dimostrato nei miei confronti".
"Di nulla".
Fabian prende tra le mani un pacchetto di sigarette:"Dovrò liberarmi anche di questo vizio, prima o poi. Ma dopo essere ricaduto nella spirale della droga, tornare indietro non è un percorso facile".
"La forza di volontà ce l' hai" replica l' infermiera.
"Senti, ehm" balbetta l' uomo "È un po' brutto doverci separare così, rischiamo di non rivederci più. Che ne dici se... ecco se ti va... di incontrarci in futuro, per una cena o un cinema. Ecco, se vuoi...".
Il volto di Juliana si allarga in un' espressione di stupore, non aveva davvero mai immaginato una cosa del genere e ora non sa bene cosa ribattere per non ferire l' animo di Fabian:"Facciamo così" dice poi "Se riesci a trovare un lavoro e una nuova sistemazione entro due settimane, allora ne possiamo riparlare".
Questa frase getta nello sconforto Stankowicz, anche se non lo dà a vedere: gli ha chiesto una cosa praticamente impossibile. Forse allora... Un tremendo fragore e degli urli di paura bloccano la sua replica.
"Ma cosa sta succedendo?" chiede l' infermiera.
I due si dirigono senza esitare verso il luogo di provenienza delle grida, dove assistono ad uno spettacolo unico nel suo genere: un uomo col camice da paziente che pronuncia frasi sconnesse e lancia dalle sue mani raffiche elettriche!
"È inutile che tentiate di fermarmi" dice Maxwell Dillon "Oggi Electro riguadagnerà la sua libertà!".
"Vado a chiamare la polizia, tu stai attento" dice Juliana. Fabian non riesce a replicare, ammutolito dalla manifestazione di potere di quell' uomo:"Ecco dove avevo sentito il nome di Maxwell Dillon" pensa "È il criminale di nome Electro! Devo... devo stare fermo, non sta del resto venendo verso di me, io non posso... non posso...".
Negli ultimi tempi i contatti di Fabian col mondo esterno sono stati molto pochi: anche l' usufruire di televisione e giornali gli è stato limitato. Ma ricorda bene un giorno recente in cui tali limitazioni caddero, dovevano cadere, perchè era il giorno in cui venne annunciata la morte in missione di Capitan America. Come già altre volte, il mondo di Fabian andò in pezzi, ma stavolta fu diverso, stavolta riuscì a rimetterne insieme i pezzi: perchè era ormai un uomo nuovo, sapeva di poter contare su delle persone fidate. Ed inoltre lo stesso Cap gli avrebbe detto di non arrendersi di fronte alle prime difficoltà, ma di reagire, lottare per ciò in cui credeva. Sì, deve lottare, non può lasciar fuggire Electro se ha una possibilità di fermarlo: è stato a fianco dei Vendicatori, non è un codardo.
"Sei un folle, Fabian?" pensa "Sì, ma non me ne importa nulla!". Ed osservando il pacchetto di sigarette che ha in mano gli viene in mente un' idea... talmente azzardata che potrebbe funzionare!
"Ehi, tu!" grida Fabian.
Electro si volta e fa un faccia fintamente stupita e meravigliata:"Stai parlando con me? No, dico, stai parlando con me? Non c'è nessun altro qui attorno... Stai parlando con me!".
"Sì, sto parlando con te, Robert DeNiro dei poveri. Vai da qualche parte?".
"A divertirmi".
"A me non va e te lo impedirò".
"E come?" esclama Electro ridendo "Chiedendomelo per favore?".
"No, dimostrando quello che sei in realtà: forza, prova a colpirmi!". E Fabian inizia una precipitosa fuga:"Sei un folle, ti friggerà, ma corri, corri, corri!".
"Ti avverto" grida Electro iniziando ad inseguirlo "Prima mi stavi simpatico, ma ora mi hai fatto veramente arrabbiare! Ti darò una lezione severa... che ti basterà per tutta la vita, almeno per quel poco che ti resta".
Fabian non presta ascolto alle parole del criminale (e fa bene se no tremerebbe ancor di più) nè alle raffiche elettriche che colpiscono il punto fino a cui si trovava qualche secondo prima (e fa doppiamente bene, altrimenti il terrore lo inchioderebbe sul posto e sarebbe spacciato). Per fortuna, comunque, il tragitto che deve compiere è breve. Ancora una svolta ed ecco... la sala B! Lui la conosce bene, ci ha passato molte ore, ma non è la stanza in sé che gli interessa.
Fabian spalanca la porta ed entra, andando subito in fondo alla sala. Ora arriva la parte più difficile, deve sperare che Electro interpreti la parte che gli ha assegnato: quella del supercriminale sprovveduto! Dillon non si fa attendere e si blocca sulla soglia, sorridendo malignamente.
"Bravo ragazzo mio" pensa Fabian "Non lanciare nessuna scarica, fa sì che tu contempli la tua inutile vittoria".
"Siamo arrivati al capolinea, a quanto pare" dice Electro, facendo alcuni passi avanti.
Fabian inizia a compiere un mezzo cerchio a sinistra per allontanarsi dal criminale:"Forza, fai come faccio io, gira anche tu dall' altra parte. Ecco, bravo, credi di aver vinto e vuoi divertirti ancora un po'. Peccato per te".
I due arrivano a metà della stanza, ai due lati opposti, incrociando i loro sguardi. Poi dopo qualche altro passo la situazione iniziale si è ribaltata: Electro è quasi in fondo alla stanza, mentre Fabian volge le spalle alla soglia d' entrata.
"Dunque?" chiede Dillon "Ti va di ricominciare la fuga?".
Fabian alza le mani in segno di resa:"No, sarebbe inutile, mi colpiresti di sicuro. Finiamola qui ed ora, ma prima" e così dicendo estrae il suo pacchetto di sigarette "Concedimi le ultime boccate di fumo".
Electro lo osserva con fare stupito:"Cos'è? Una sorta di ultimo desiderio del condannato? D' accordo, concesso, ma non provare ad imbrogliarmi".
Senza aggiungere nulla, Fabian si mette in bocca una sigaretta e prende il suo accendino:"Ed ora vediamo se lassù qualcuno mi ama. E dai, dannato accendino, fa il tuo dovere, non siamo mica in un telefilm di Alfred Hitchcock Presenta!".
La piccola fiammella prorompe dall' accendino e va a bruciare la nicotina. Fabian, teso come una corda di violino, tira una prima, potente boccata che quasi rischia di soffocarlo, poi tutto il fumo inalato viene direzionato verso l' alto: lì vi è la sua salvezza. Una seconda dose di fumo non sortisce ancora alcun effetto.
"Ehi, non metterci troppo" afferma Dillon "La polizia sarà qui a momenti, non che abbia paura di loro, beninteso".
"Forza, dannato aggeggio" pensa Fabian "Perché non ti decidi ad accenderti?". Un' altra boccata, di nuovo una spirale di fumo che si solleva in alto: e stavolta qualcosa accade, una luce rossa si accende ed un bip assordante inizia a propagarsi per la stanza.
"E' proprio vero che anche il fumo passivo nuoce gravemente alla salute" esclama Fabian lanciandosi fuori e richiudendo la porta.
E in quell' attimo Electro capisce tutto: alza il suo sguardo verso il soffitto e vede qualcosa che prima gli era sfuggito, un impianto antincendio! E l' acqua precipita verso di lui:"Noooooo!!!!".
Le scariche sono così violente che quasi abbattono la porta, mentre Fabian è rannicchiato in un angolo sicuro, nella speranza di non aver fallito nuovamente. Poi, improvvisamente come era iniziato, l' incubo ha termine. Ma solo quando le squadre speciali portano via uno svenuto ma ancora ben vivo Electro, Fabian Stankowicz tira un sospiro di sollievo che diventa gioia quando Juliana gli si affianca:"Cosa è successo?".
"Succede che mi sento finalmente pronto ad uscire" dichiara Fabian.

Qualche giorno dopo.

Trovare lavoro, è una parola! La gente può essere anche ben disposta, ma quando le racconti il tuo oscuro passato non esita a voltarti le spalle. Fabian mentirebbe se questo servisse a farlo sentire meglio, ma ciò:
A) Non lo farebbe sentire meglio;
B) Non sarebbe giusto e andrebbe contro i suoi principi;
C) Gli è stato vietato;
D) Non è qualcosa che Capitan America approverebbe.
Già, eppure... Fabian non vuole perdere così facilmente di vista Juliana. Certo, teoricamente può chiamarla e sentirla quando desidera, ma sa anche che se non riesce a costruire subito con lei un rapporto speciale, che vada oltre una semplice amicizia, in breve tempo la perderebbe. Per sempre. E avrebbe fallito ancora.
Poi, improvvisamente, una idea. Folle, pazzesca, fuori da ogni logica, eppure... Fabian ha tutta l' intenzione di perseguirla e così si dirige verso la...

Quinta Avenue.

"Tranquillo, prendi un bel respiro, lasciati alle spalle tutte le tue preoccupazioni e..." Fabian preme il campanello del Palazzo dei Vendicatori.
Dopo qualche istante appare sullo schermo del videocitofono il familiare volto di Jarvis:"Sì, chi..." poi il suo respiro si blocca.
"Salve, Jarvis" dice Fabian titubante "Senti, so che magari non è il momento giusto, ho saputo cosa vi è successo ultimamente e magari l' ultima cosa di cui avete bisogno è la visita di un folle di cui avete pagato le cure mediche, però, ecco, insomma posso entrare?".
Jarvis sorride:"Certo, Fabian, vieni pure".

È un po' diverso da come l' aveva lasciato ("Sarà andato distrutto un altro un paio di volte, nel frattempo" dice tra sé e sé), ma questo edificio suscita in lui ricordi indimenticabili, che vorrebbe rivivere.
Dopo aver esposto la sua situazione a Jarvis, costui dice:"Vorrei poter fare qualcosa, Fabian, ma mi devo prima consultare con Tony Stark o la sua guardia del corpo Iron Man".
"Allora fallo, ti chiedo solo questo favore".
Il fedele servitore annuisce, poi inizia a dirigersi verso un videotelefono, ma prima che inizi a comporre il numero chiede:"Fabian, sei ancora convinto che il mondo debba essere salvato dall' universo di pericolo che lo minaccia?".
"Sì... Ma ci sono persone molto più abili di me nel fare ciò".
Soddisfatto, Jarvis chiama la REvolution e, dopo alcuni minuti, sullo schermo compare il volto del suo Presidente, Tony Stark.
Dopo essere stato messo al corrente di tutto, l' industriale china il capo per qualche secondo, poi dice:"Sì, in effetti non è un buon periodo per noi, ma uno con le tue capacità, Stankowicz, che sei ritornato l' uomo che eri un tempo, può rivelarsi sempre utile, un asso in più nella manica. Inoltre non me la sento di cacciarti via, per farti andare di nuovo alla ricerca di un lavoro che forse nemmeno ti soddisferà. Mi rendo conto che una parte importante della tua vita l' hai vissuta insieme ai Vendicatori ed ora vorresti continuare un discorso interrotto. Ok, parlerò io con chi di dovere e... bentornato tra noi!".
Per l' emozione Fabian quasi tende la mano allo schermo:"La ringrazio infinitamente, le prometto che non se ne pentirà".
Con un sorriso Tony ribatte:"Mi raccomando, Jarvis, sii un buon anfitrione. Ora scusatemi, ma devo tornare ai miei impegni di lavoro". E lo schermo si spegne.
"Fabian" dice Jarvis "Nel caso tu non abbia già un alloggio stabile ci sarebbe una camera libera per te".
"Prima, però, vorrei vedere i...".

Sotterranei.

"Jenkins" chiama il fedele servitore "Le ho portato un... assistente".
Abe si volta e, mentre avanza, improvvisamente il suo volto si illumina:"Ehi, un momento, ma io ti conosco, ho visto alcune tue foto: sei Fabian Stankowicz, occupavi un tempo il ruolo che ora compete a me. Altro che assistente, tu sei un mio ispiratore".
Fabian gli stringe la mano:"Beh, non esageriamo ora. Non voglio toglierti un posto che ti sei guadagnato con fatica e forza di volontà, comunque".
"Piuttosto io direi che, lavorando accanto a te, tutti noi non potremmo che guadagnarci. Qui sotto sono conservati ancora molti dei tuoi progetti. Straordinari, davvero, mi sono serviti da modello per alcune modifiche che ho apportato ai quinjet".
"Credevo fossero stati buttati nella spazzatura".
"Sarebbe stato un peccato mortale: a proposito, voglio farti vedere un progetto a cui sto lavorando...".
Intanto Jarvis se ne è andato: Fabian è in ottime mani.
Dopo un' ora di discussioni su motori, astronavi, fusibili e quant' altro, Fabian dice:"Sono contento di essere tornato tra queste mura. E come... è come...".
"Essere ritornato in famiglia" conclude per lui Abe.
Fabian annuisce:"Ehi, ma ora ho un alloggio e un lavoro, no?".
"Eccome".
"Allora mi potresti indicare il telefono più vicino?".

Poco dopo.

"Juliana, ciao, sono Fabian. Esatto, proprio io: indovina un po' che c'è di nuovo!".

FINE

Note dell' Autore: Qualcuno di voi si ricorda dello Staff dei Vendicatori? Un gruppo di persone che si occupava degli aspetti civili più disparati (legge, ingegneria, meccanica, fisica ecc...) che coinvolgevano il gruppo, mentre esso era impegnato in missione. Col tempo questo aspetto è andato un po' perso e, col Ritorno, praticamente dimenticato.
Cambio di prospettiva ora: già con l' ingresso nel gruppo di Abner Jenkins (nr. 8) si sono gettati i primi semi per la rinascita dello staff dei Vendicatori, a cui ora si aggrega un nuovo, vecchio componente: Fabian Stankowicz (la sua storia è inutile riepilogarla, la trovate nel racconto!^__^). Altri si aggiungeranno in futuro.
Suo avversario è Electro, visto l' ultima volta su KT7 1 dove era stato posseduto e apparentemente prosciugato dei suoi poteri dal Drago Max: ma ovviamente non potevamo perdere così facilmente un personaggio del genere, che riapparirà in futuro anche sull' Uomo Ragno. Nelle sue visioni Dillon ripercorre parte del suo passato, descritto efficacemente da Tom DeFalco nel nr. 237 di UR Mita, a cui ci siamo ampiamente rifatti: proprio in quella storia infatti sono comparsi i genitori e la moglie di Maxwell.
Per la cronaca, questa storia si svolge dopo Vendicatori 19.